Oscar Wilde, colpevole di niente

Oscar Wilde, colpevole di niente

Articolo di Lavinia Capogna
(Giugno 2021) 

A Kerry e E.G.

Durante un viaggio a Parigi Oscar Wilde, celebre scrittore irlandese, consultò un veggente. Il veggente gli disse che sarebbe accaduto un grande evento nella sua vita ma che sarebbe dipeso da lui se farne la sua fortuna o la sua disgrazia. Wilde chiese quando sarebbe accaduto questo evento e il veggente rispose ” all’età di 40 anni “. Oscar Wilde, che era nato il 16 ottobre 1854, aveva esattamente 40 anni la sera del 28 febbraio 1895 quando la sua vita cambiò completamente. Quella sera egli si era recato insieme al giovane poeta Lord Alfred Douglas, il suo compagno, all’Albemarle club di Londra. I club erano luoghi di ritrovo per aristocratici o persone comunque dell’alta borghesia, tra cui anche giornalisti e scrittori, che li frequentavano per parlare degli eventi politici o mondani del momento, per conoscersi reciprocamente e tessere relazioni professionali. Qualcuno aveva lasciato al club già da qualche giorno una busta aperta con un biglietto per Oscar Wilde. Che la busta fosse stata lasciata aperta era già un segno di mancanza di rispetto verso Wilde  perché chiunque della reception del club volendo avrebbe potuto leggere il biglietto che era privato ma ciò che era più grave era il testo. Vi si leggeva infatti ” A Oscar Wilde, che si atteggia a sodomita “. A parte il fatto che la parola sodomita era scritta con un errore di ortografia l’accusa era grave perchè era una dichiarata accusa, anonima, di omosessualità in un’epoca in cui l’omosessualità maschile costituiva in Inghilterra un reato. Infatti esisteva una legge risalente al Rinascimento che puniva severamente gli omosessuali. Questa legge sarebbe stata abolita solo nel 1967 e questa stessa legge nel 1954 sarebbe praticamente costata la vita al grande matematico Alan Mathison Turing che si suicidò. Tornando a Wilde  dopo che aveva letto il biglietto egli era stato convinto da Alfred Douglas di rivolgersi ad un famoso avvocato londinese. Anche se non si seppe mai chi sia stata la persona che aveva materialmente lasciato il biglietto al club era evidente che esso era una grande provocazione da parte del Marchese di Queensberry, padre di lord Alfred Douglas. Il marchese già pochi giorni prima aveva tentato di rovinare la prima teatrale di una bella commedia di Wilde minacciando di tirare degli ortaggi sul palcoscenico e aveva insultato varie volte sia suo figlio sia il grande scrittore. In realtà l’odio del marchese era diretto più verso suo figlio Alfred che verso Wilde, con il figlio aveva un rapporto estremamente conflittuale, da tempo aveva smesso di passargli  dei soldi per vivere. Il marchese di Queensberry era un uomo particolarmente violento, qualcuno lo riteneva anche moralmente responsabile della morte di un suo altro figlio, Francis Douglas, spacciato per un incidente di caccia ma che forse era un suicidio. Il marchese era anche accusato di gravi maltrattamenti verso la moglie. Quest’uomo si mise purtroppo in mezzo alla vita di Wilde perché Oscar Wilde dal 1891 aveva una relazione sentimentale con suo figlio.

Oscar Wilde e Douglas si recarono dall’avvocato mostrandogli il biglietto e l’avvocato disse a Wilde che esistevano gli estremi per fare una causa di diffamazione al marchese che chiaramente era l’autore del biglietto anonimo. L’ avvocato chiese a Wilde se ciò a cui il biglietto alludeva fosse vero oppure no e Wilde rispose di no. Egli fu costretto a mentire perché esistendo quella legge non avrebbe potuto dire la verità all’avvocato né tantomeno desiderava coinvolgere Alfred Douglas ed infine era ancora ufficialmente sposato con Constance Lloyd, come vedremo tra poco. Egli non si rese conto che stava per cadere nella trappola che il marchese gli aveva subdolamente teso. Seguirono tre processi in pochi mesi, nel primo Wilde vinse la causa per diffamazione che lui stesso aveva iniziato ma ben presto il processo si rovesciò contro lo scrittore che venne accusato di omosessualità da Queensberry.

 I due processi ad Oscar Wilde che seguirono rappresentarono un grande scandalo nell’Inghilterra vittoriana sia per la celebrità  dell’accusato sia per il tema scabroso che in modo alquanto di parte si stava dibattendo nell’aula a porte chiuse. Infatti nonostante gli sforzi e l’abilità dell’avvocato di Wilde la giuria, composta da piccoli borghesi, era contraria a Wilde che venne dipinto come un personaggio vizioso, il che non era vero, e di fatto l’accusa ebbe la meglio grazie alle testimonianze di alcuni giovani dei sobborghi che conoscevano sì  Wilde ma che erano stati pagati da Queensberry per testimoniare il falso – come essi stessi ammisero tempo dopo.

 Wilde non volle che Douglas testimoniasse in suo favore come si era offerto di fare per non immischiarlo. Da quattro anni Wilde ed Alfred Douglas avevano una relazione sentimentale, convivendo insieme anche per alcuni periodi in grandi hotel londinesi oppure in una dimora di Wilde in campagna. La loro conoscenza era iniziata nel 1891 quando Lord Alfred, allora studente ad Oxford, aveva scritto una lettera allo scrittore per chiedergli un’opinione sulle sue poesie. Egli aveva un certo talento poetico e Wilde gli aveva risposto. La loro amicizia si era trasformata poco tempo dopo in una relazione sentimentale. Wilde aveva 37 anni e Douglas 21. Douglas, che Wilde chiamava affettuosamente Bosie, aveva già avuto qualche relazione sentimentale precedente con dei ragazzi.

 La relazione tra Wilde e Douglas ebbe alcuni momenti di grande serenità e felicità, di interessi intellettuali condivisi ( Douglas voleva tradurre in inglese ” Salomè “, la bella commedia che Wilde aveva scritto in un raffinato  francese per la celebre attrice Sarah Bernardht ) ma fu anche turbolenta, ogni tanto avvenivano delle liti, poi delle riconciliazioni, addirittura una volta che Wilde aveva lasciato Douglas egli non aveva esitato a rivolgersi alla madre e alla moglie di Wilde per convincerlo a perdonarlo.

Molti hanno visto in Lord Alfred Douglas un giovane avvenente, molto viziato ed infedele che si faceva mantenere da Wilde esigendo un alto tenore di vita ( gli hotel più lussuosi di Londra, i ristoranti più costosi, gli abiti dallo stesso sarto del principe consorte della regina Victoria, i frequenti viaggi all’estero ) e che usò Wilde per vincere la guerra che conduceva contro un padre brutale ma che di fatto distrusse lo scrittore, nonostante tutto ciò Wilde era perdutamente innamorato di lui come testimoniano anche le bellissime lettere che gli scrisse.

Due anni dopo la morte di Wilde nel 1902 Douglas si sposò, divenne un reazionario, cosa che sarebbe dispiaciuta a Oscar Wilde che era stato socialista e che aveva anche scritto un saggio intitolato ” L’ anima dell’uomo sotto il socialismo “, e negli anni ’30 pubblicò alcuni libri su lui e Wilde, del tutto dimenticati.

Oscar Wilde ha mirabilmente descritto la sua vicenda con Douglas nella lunga e bellissima lettera che egli scrisse dal carcere di Reading, lettera che non venne  spedita al momento ma che dopo la morte di Wilde venne fatta stampare dal suo grande amico Robert Ross con il titolo ” De Profundis “.  Essa è uno dei più alti documenti umani che la letteratura mondiale abbia mai prodotto, l’accento con cui scrive Wilde é di estrema sincerità, dignitoso, sobrio, struggente.

Oscar Wilde era nato a Dublino nel 1854, faceva parte dell’alta borghesia dublinese. Suo padre era un celebre medico, un oculista che addirittura aveva curato la regina Vittoria e il re Oscar di Svezia e sembra che per questo avesse chiamato suo figlio Oscar. Sua madre, Jane Francesca Elgee, era una donna di temperamento eccezionale, credeva di essere una discendente di Dante Alighieri, diceva di provenire da una famiglia toscana e partecipava strenuamente alla lotta per l’indipendenza dall’Inghilterra. Gli inglesi avevano invaso l’Irlanda nell’anno 1100. E solo nel 1916 il centro e il sud del paese sarebbero diventati indipendenti.

Oltre ad Oscar la coppia aveva altri due figli, un ragazzo che divenne un giornalista e una bambina che morì a 9 anni. Oscar Wilde non parlò mai pubblicamente di questa tragedia familiare che segnò la sua giovinezza ma scrisse una poesia per lei ed ebbe un rapporto di grande amore con sua madre e fu in un certo senso lei che lo spronò a diventare un grande artista.

Si laureò ad Oxford con il massimo dei voti e iniziò a farsi conoscere come poeta di talento ma il grande successo sarebbe dovuto arrivare con un romanzo che sarebbe diventato celebre ” Il ritratto di Dorian Gray “.

” Il ritratto di Dorian Gray ” è la storia di un giovane estremamente bello che viene appunto ritratto da un pittore affascinato da lui ( cosa che scandalizzò i critici di allora ).

Crescendo Dorian Gray si dimostra una persona assolutamente scellerata dopo la rottura con la sensibile e delicata attrice Sybil Vane ma nonostante tutte le sue malefatte il suo aspetto esteriore rimane incredibilmente giovane e bello, ciò che si corrompe è il suo ritratto che diventa sempre più orribile man mano che le sue azioni diventano sempre più estreme. Questa è la geniale idea letteraria di Wilde per il suo primo ed unico romanzo che si inserisce in un filone di romanzi dell’epoca di genere fantastico ed immaginario come ad esempio le belle opere dell’americano Hawthorne.
La stampa inglese tuonò contro il giovane scrittore dublinese, il libro fu accusata di essere assolutamente immorale, Wilde prese la penna e si difese in modo eccellente ribattendo con la famosa frase che non esistono libri morali o immorali ma solo libri scritti bene o scritti male. In realtà la stampa ed anche una parte anche del pubblico erano infastiditi dalla velata atmosfera omosessuale che pervade il romanzo e dal fatto che lo scrittore era stato a capo per così dire di un non ben definito movimento estetico, per il suo culto della bellezza, per i suoi scintillanti aforismi, le sue maniere da dandy, il garofano verde che portava all’occhiello. Ma c’era anche dell’altro, quello che dava fastidio di Wilde era anche che egli era, come abbiamo detto, un socialista, un filantropo che aiutava del tutto disinteressatamente alcune persone povere e last but not least un irlandese che cercava di conquistare con successo il cuore della Londra letteraria.

Oscar Wilde era anche sposato con Constance Llyod, una bella ragazza irlandese, intelligente e colta ( ella leggeva Dante in italiano ). Il loro matrimonio durò qualche anno ma anche negli anni seguenti dopo la loro separazione Constance Wilde dimostrò grande affetto verso il suo ex marito. Avevano avuto due figli Cyril e Vyvyen, due bambini per i quali Oscar Wilde aveva scritto le sue belle fiabe tra cui quella del principe felice e del gigante egoista. 
Man mano che il successo letterario di Wilde divenne sempre più grande lui e la moglie andarono ad abitare in un elegante appartamento londinese a Tite Street che non era in una zona ricca di Londra ma nell’East End dove la gente, disse Wilde, era più simpatica che nei quartieri di lusso. Alcuni anni dopo il matrimonio, verso i 30 anni Wilde conobbe un ragazzo, intellettuale di buon cuore e cacciato dalla famiglia perché omosessuale, Robert Ross, di cui si innamorò e con cui ebbe la sua prima relazione omosessuale.  Wilde fu così sincero che ne parlò con la moglie, ella ebbe un atteggiamento comprensivo verso il marito ma quando Wilde incontrò Alfred Douglas il loro matrimonio finì definitivamente anche se continuarono a vivere insieme amichevolmente nel grande appartamento di Tite Street.

Sempre più Wilde si dedicò al teatro, una sua grande passione fin da giovane, scrisse belle commedie in cui descrisse con molta ironia l’alta società britannica. I suoi capolavori teatrali  sono ” L’importanza di essere onesto ” ( che viene anche tradotta con il titolo ” L’importanza di essere Ernesto ” ) e ” Il ventaglio di Lady Windermere “. Scrisse anche un saggio su Shakespeare ” Il mistero di Mr. W.H. ” splendidamente scritto in cui fece l’ipotesi non troppo inverosimile che il destinatario dei Sonetti shakespeariani, il giovane biondo e gentile, fosse un attore della sua ( di Shakespeare ) compagnia teatrale. Nel romanzo breve ” Il fantasma di Canterville ” invece mise a confronto il cattivo fantasma di un aristocratico inglese del 1500 che infesta un antico maniero e una moderna ed ottimista famiglia americana mettendo così a fuoco due visioni della vita differenti, quella della vecchia Inghilterra e della nuova America che egli aveva visitato.

Durante il terzo processo Wilde si difese egregiamente quando difese ”  l’amore che non osa dire il proprio nome “, verso che per quanto si attribuisca solitamente a Wilde fu invece scritto da Alfred Douglas. Egli fece un bellissimo discorso in tribunale su questo amore negato, offeso, occultato, proibito che purtroppo ottenne l’effetto inverso di quello voluto dallo scrittore sulla giuria, che come si é detto, era composta da piccoli borghesi chiusi di mente che non potevano assolutamente comprendere il temperamento di Wilde e che non esitarono a condannarlo a due anni di lavori forzati. Wilde venne descritto dalla stampa come un uomo vizioso ( cosa che assolutamente non era, egli detestava la volgarità ) corruttore di giovani ( i giovani prezzolati da Queensberry erano tutto meno che giovani innocenti ) fumatore di oppio e bevitore di assenzio ( in realtà gli facevano male ) e venne pubblicamente insultato, non solo sui giornali dove fu dileggiato in sgradevoli articoli e vignette, che avrebbero voluto essere satiriche ma che erano solo squallide, dove venne ritratto come una grassa signora imbellettata, ma anche dai londinesi fuori dal tribunale. 

Definitivamente condannato nel maggio del 1895 per via delle norme della legge in vigore avrebbe avuto 48 ore per andarsene e lasciare il paese ed imbarcarsi a Dover per Calais e raggiungere la Francia senza che nessuno lo avrebbe potuto fermare prima dell’arresto definitivo.
I testimoni raccontarono che Constance Wilde si recò dal marito e lo supplicò di lasciare l’Inghilterra ma fu vista uscire in lacrime dal suo studio, sua madre invece, Lady Jane Francesca, gli suggerì di rimanere e sfidare gli inglesi.
 Oscar Wilde rimase.

Le condizioni della detenzione furono per parecchio tempo estremamente difficili, il primo  direttore del carcere si accanì contro Wilde, non gli concesse di scrivere, non gli concesse di avere libri. Tutti i giorni egli doveva fare un lavoro manuale alquanto stupido e faticoso ad un mulino. 
Tutti i suoi beni erano stati sequestrati anche per pagare le spese processuali su richiesta di Queensberry, le sue opere letterarie interdette, le commedie non più rappresentate. Nonostante questo e nonostante il suo stato emotivo chiaramente basso Wilde si prodigò per aiutare dei bambini carcerati e un secondino che era stato mandato via solo perché aveva osato dare qualche biscotto ai poveri bambini ed era gentile con i carcerati. Nel carcere di Reading egli venne a contatto con persone che essendo nato nell’alta società non aveva mai conosciuto, proletari e sotto proletari, alcolizzati, ladri e truffatori, assassini, conobbe la miseria del più grande impero del mondo, l’Impero Britannico, quella miseria che lo scrittore Charles Dickens aveva egregiamente descritto. La sua umanità aumentò ed anche la sua fede cristiana, egli giunse veramente ad un cristianesimo evangelico che molti non si sarebbero aspettati dall’esteta di qualche anno prima. Nell’anno 1900, il giorno prima di morire, da protestante divenne cattolico. 
Un nuovo direttore del carcere gli concesse di scrivere, di prendere  libri dalla biblioteca e di ricevere visite. Ed egli scrisse il suo ultimo libro di poesie ” La ballata del carcere di Reading “, poesie belle e terribilmente amare dove descrisse la tragica vita dei detenuti.

 Constance Wilde fu anche costretta a chiedere di cambiare il nome ai figli perché il cognome Wilde era, per così dire, troppo disonorato. Si trasferì a vivere da Londra a Genova portando con sé i loro due figli che Oscar Wilde non rivide più.

Negli anni cinquanta del Novecento uno dei figli pubblicò un libro di memorie su suo padre.
Constance Wilde diede una grande prova del suo affetto per lui quando dopo la scomparsa di Lady Jane Francesca, nonostante le sue condizioni di salute fossero precarie, intraprese un lungo ed allora molto impegnativo viaggio da Genova all’Inghilterra, per portare lei stessa la terribile notizia al suo ex marito. Ella conosceva il grande amore di lui verso la madre e non voleva che l’avesse dal personale del carcere o dai giornali. Fu l’ultima volta che Wilde e la sua ex moglie si videro perché lei sarebbe morta qualche anno dopo a Genova a soli 39 anni. Una volta scarcerato Oscar Wilde si recò al cimitero della città ligure per portare delle rose sulla tomba di Constance.

Nel 1898 Wilde venne rilasciato e s’imbarcò per la Francia ma la sua situazione era grave, aveva solo 44 anni ma la sua salute era molto danneggiata e, a causa del sequestro di tutti i suoi beni dopo la condanna, era diventato poverissimo. Lo scrittore francese André Gide gli fece un prestito ma disse di essersi sentito in imbarazzo avendo visto Wilde allo stremo. Gli altri scrittori lo evitavano o si disinteressavano a lui, prima del processo egli aveva brillato nei salotti parigini, aveva conosciuto Marcel Proust ed Émile Zola.

Visse gli ultimi due anni tra la Francia e Napoli, rivide Alfred Douglas. In più in carcere aveva  fatto una brutta caduta che gli aveva procurato un danno all’orecchio e il primo direttore del carcere non gli aveva concesso di essere visitato da un medico. Il suo grande amico ed ex compagno Robert Ross gli fu sempre vicino soccorrendolo in ogni modo. 
Il 30 novembre 1900 a 46 anni Oscar Wilde morì in un piccolo hotel di terza categoria a Parigi, non a causa della sifilide come spesso si legge in vari articoli ma secondo recenti studi a causa di una otite o di una meningite. ” Non vedrò il Novecento ” aveva detto una volta. Robert Ross riuscì a pagare un funerale di sesta categoria in un sobborgo vicino Parigi ed alcuni anni dopo un facoltoso ammiratore di Wilde, che non lo aveva conosciuto personalmente, fece costruire una grande tomba per lui nel famoso cimitero del Père-Lachaise. La grande tomba di Wilde è uno dei monumenti più visitati a Parigi e sulla sua pietra si leggono scritte, messaggi, cuori destinati al grande scrittore irlandese, tanto che recentemente è stata messa una lastra di vetro per non fare più avvicinare nessuno al monumento.

Al tempo del processo e durante i due anni di detenzione nessuno scrittore europeo aveva preso la penna in mano per difendere il celebre Oscar Wilde accusato di omosessualità, colpevole di niente, soltanto un giovane poeta americano ebbe parole di solidarietà per lo sfortunato Wilde. Il suo nome era Walt Whitman. Era anche lui gay e il suo capolavoro ” Foglie d’erba ” nella sezione denominata Calamus parlava  apertamente ” dell’amore che non osa dire il suo nome “.

Associazione di promozione sociale
di Roma che si occupa di cultura e
diritti LGBTQI+

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