Maria Laura Annibali, un’adorabile ragazza
Nelle librerie “La signora dai cento cappelli” la Biografia di Maria Laura Annibali curata da Antonella Giordano, edizioni Croce.
Prima presentazione del libro Venerdì 20 Dicembre ore 17:30 al Teatro dei Documenti di Roma
(vedi la locandina in questa pagina)
Segue la recensione di Lavinia Capogna
“La signora dai cento cappelli” di Antonella Giordano, nota saggista e docente universitaria, autrice di numerosissimi saggi e articoli, è un libro appena pubblicato nelle ben curate edizioni Croce su una signora romana.
Dietro parecchie donne e uomini che hanno appena raggiunto gli 80 anni – se ci è concesso rivelare l’età di questa signora – si celano delle ragazze e dei ragazzi che non hanno mai del tutto abbandonato i loro sogni di gioventù e che anche se hanno attraversato parecchie traversie rimangono “young at heart” – come cantava Frank Sinatra.
Maria Laura Annibali è questa signora, una bella signora con gli occhi azzurri felicemente sposata (per ora con una unione civile perché non c’è ancora da noi il matrimonio egualitario, già legge negli Stati Uniti, per esempio, da dieci anni).
La moglie di Laura è Lidia e sono due donne che hanno realizzato, non senza ostacoli, un grande sogno: vivere un amore felice che è serenità, sintonia, impegno e progetto quotidiano.
Il libro, ci spiega Giordano nel suo stile chiaro, scorrevole e approfondito, non è una classica biografia ma un incontro tra due donne, in cui una racconta, Maria Laura, con quel garbo elegante e schietto di alcune “vere romane di una volta”, e l’altra, Antonella, ascolta attentamente e intuisce tra le righe.
Maria Laura nasce nel 1944 in una Roma appena liberata dalla terribile occupazione tedesca, città al buio, bombardata, in preda al terrore e alla fame e alla fine anche vittima di una strage mostruosa come quella delle Fosse Ardeatine ma con un popolo deciso a riscattarsi.
Sua madre è una donna coraggiosa che si separa da un marito infedele, un bell’uomo tipicamente del tempo. Per la bambina, bella e coccolata, sarà una ferita emotiva e sociale: allora era disdicevole che due coniugi si separassero e alla legge sul divorzio mancavano circa.. trent’anni.
Tuttavia ella cresce bene, studiosa, appassionata di tante cose, facente parte di una generazione che aveva tanta voglia di vivere, di emergere dai racconti paludosi a dir poco del fascismo e della guerra verso un futuro luminoso, democratico, e conquistare diritti prima di allora inimmaginabili.
Adolescente Maria Laura incontra l’amore, platonico ed intenso, come solo gli amori della prima gioventù possono esserlo, nel bel volto di una compagna di scuola.
A causa di alcune innocenti, romantiche poesie la loro amicizia viene interrotta e vietata dal padre della ragazza. Si inizia a percepire, anche se forse ancora confusamente, che un tenero sentimento tra due ragazze è qualcosa di inaccettabile per la società.
Poi nasce in Maria Laura un affetto per un ragazzo e poi per un altro ma entrambi si ritirano nel giorno del fidanzamento ufficiale, non volendo impegnarsi seriamente perché con una ragazza della buona borghesia come era Maria Laura si poteva andare al cinema o fare una passeggiata, forse anche scambiare un bacio nel dolce tramonto capitolino prima di rincasare non oltre le otto ma, ben inteso, non andare oltre.
Dobbiamo considerare che per la stragrande maggioranza delle ragazze degli ’60 l’obiettivo principale era quello di fare un buon matrimonio approvato alla famiglia.
Antonella Giordano fa delle acute osservazioni sulle epoche storiche che si susseguono nel libro, analisi mai vane o prolisse, che aiutano i lettori a immergersi in quella società tra il “piccolo mondo antico” e il nuovo del boom economico che trascina l’Italia vorticosamente verso la modernità.
Ma tuttavia Maria Laura era ancora innamorata di uno di quei due ragazzi, R., e si ritroveranno, più adulti, in una relazione sentimentale che finirà a causa di un plateale tradimento di lui – un copione che, in altro modo, già la sua amata madre e tantissime altre donne avevano già vissuto.
Ed ecco che Maria Laura incontrò inaspettatamente una donna che sembrava l’eroina di un film Noir in pellicola in bianco e nero: affascinante, alto borghese, colta ma possessiva e gelosissima.
Giordano rimarca in modo chiaro l’invisibilità delle lesbiche (o bisessuali) in Italia, meno soggette all’onta sociale dei gay ma che devono rimanere nell’ombra. E, aggiungo io, questa umiliante situazione andrebbe bene ancora oggi ai reazionari a cui la visibilità, conquistata dal femminismo anni ’70, procura tanto fastidio.
Nel frattempo Maria Laura si era laureata in Scienze Politiche (e non erano moltissime le donne della sua generazione laureate) e aveva un prestigioso lavoro dirigenziale in un Ministero capitolino, era indipendente economicamente (e non dimentichiamo che Simone De Beauvoir nel suo saggio “Il Secondo sesso” del 1949 aveva individuato proprio nell’indipendenza economica la chiave di volta della liberazione femminile) e adulta e quella storia con la donna gelosissima incominciava ad andarle stretta.
La società stava progredendo e Maria Laura è stata una delle prime lesbiche romane che decise di impegnarsi pubblicamente nel movimento LGBT.
Giordano analizza accuratamente questo passaggio cruciale.
Io vorrei solo aggiungere che moltissime lesbiche, gay e trans ritroveranno, seppure nel diverso vissuto emotivo e situazionale, nel coming out di Maria Laura molto del loro coming out o quello che, se vorranno, faranno domani.
Maria Laura scelse così di impegnarsi a tutto campo e di aderire a Di’ Gay Project, la coraggiosa associazione che mancava in questa città e di cui Maria Laura è ora la Presidente attorniata da attiviste ed attivisti come Imma Battaglia e la moglie di lei, la famosa attrice Eva Grimaldi, ed infaticabili come Carmelo, Danilo e tanti altri/e.
Il 2002 sarà l’anno della svolta, quello in cui Maria Laura incontrò Lidia. Lidia era allora una signora sposata con un uomo, aveva una figlia e scoprì in Maria Laura la persona con cui avrebbe voluto condividere la vita.
Il loro era (ed è) un amore con la A maiuscola, un sentimento autentico da cui nacque la scelta dell’unione civile del 2016.
Maria Laura si dedica anche alla regia, sua antica passione e realizza dei bei documentari, partecipa alla stesura di libri e articoli, parla in programmi televisivi, scende in piazza facendo sentire la sua voce piena di energia di donna di sinistra, sempre pronta al dialogo e al confronto rispettoso.
E coltiva l’hobby di acquistare bellissimi cappelli che da il titolo al libro.
Maria Laura è anche una cristiana che ingiustamente la chiesa cattolica “non accetta” (ma che ha incontrato Papa Francesco). Antonella Giordano fa una significativa analisi del rapporto chiesa/omosessualità.
Maria Laura segue anche da decenni il Cerchio 77 Firenze, uno di pochissimi centri spirituali di parapsicologia seri in Italia.
Ella ha aperto una strada e se oggi una ragazza può dire apertamente “sono lesbica” lo deve anche a lei, a quelle donne che hanno scelto di affermare se stesse nella loro autenticità. Una conquista non da poco nella vita di un essere umano. Una donna che non ha mai nociuto a nessuno e che anzi, ha aiutato tanti e che ha ancora tante cose da fare.