Il delitto omofobo di Giarre: il poema di Piero Montana e il libro di Francesco Lepore

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E’ finalmente uscito  in libreria l’atteso libro di Francesco Lepore IL DELITTO DI GIARRE, un delitto omofobo da imputare alla mentalità per l’appunto omofobica di una città del profondo Sud, quale allora era Giarre ancora impregnata di secolari tabù e pregiudizi. In risposta a questo delitto per prima Enzo Francone, Bruno Di Donato ed io esponenti del Fuori, federato al partito radicale, fummo i protagonisti di primo piano di una rivolta che presto coinvolse tutta la Sicilia, dando luogo alla così detta “primavera gay siciliana” che portò in campo nazionale alla nascita a Palermo nel 1981 di Arcigay

Il 31 ottobre 2005 il sottoscritto nel pieno impegno del suo lavoro come consulente del Sindaco per la realtà omosessuale della città di Bagheria, ancora volle ricordarsi di quel delitto, pubblicando il poemetto “Giarre 1980 La Caccia” annunciato da un puntuale comunicato stampa redatto dal responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune, Marina Mancini, comunicato che qui viene pubblicato con l’intero pometto dedicato alla memoria dei due ziti di Giarre

Comunicato stampa della Città di Bagheria

In varie occasioni l’amministrazione comunale di Bagheria, grazie all’operato degli assessorati alle Pari Opportunità, alla Cultura e alla Legalità, ha sensibilizzato l’opinione pubblica verso una cultura delle differenze e la condanna di una mentalità omofobica, sollecitando anche le scuole che hanno il dovere di formare i giovani, perché contribuiscano a costruire un mondo rispettoso dei diritti di ciascuno.

L’Assessorato alle Pari Opportunità, guidato da Pietro Pagano, ci presenta oggi un’altra occasione per ricordare.

Il 2 Novembre di trent’anni fa, veniva assassinato all’idroscalo di Roma Pier Paolo Pasolini, nello stesso giorno, cinque anni dopo, due giovani omosessuali, furono trovati cadaveri nell’aperta campagna di Giarre.

Si trattava di una coppia di giovani amanti, che a quel tempo, a causa del forte pregiudizio omofobico, assai radicato al Sud, la gente non lasciava vivere in pace.

Alla notizia del ritrovamento dei due cadaveri la rabbia di migliaia di omosessuali siciliani esplose in rivolta, con manifestazioni di piazza pilotate dal “FUORI! NAZIONALE” (movimento di liberazione sessuale ed omosessuale federato al Partito Radicale).

Da quella rivolta dei gay siciliani, in seguito ai fatti di Giarre, nacque a Palermo la prima Arcigay Nazionale.

Nel venticinquennale di quegli avvenimenti storici per il movimento gay italiano, che videro tra i protagonisti Piero Montana, oggi consulente del Sindaco di Bagheria per la realtà omosessuale, nel voler ricordare le vittime di Giarre, ma anche per continuare un impegno, che già a novembre del 2003, ha portato all’ istituzione del registro delle unioni civili per un riconoscimento istituzionale delle coppie di fatto, l’Amministrazione comunale di Bagheria ha deciso di pubblicare il componimento poetico “La Caccia. Giarre, 1980. ” scritto da Piero Montana.

“La caccia” può essere considerato l’ideale proseguimento di “Omocaust” (Settembre 2004) e conferma le doti di Montana che sceglie di cantare la storia in versi di emarginati e di sommersi.

Marina Mancini
Ufficio stampa comune di Bagheria
www.comune.bagheria.pa.it

La caccia- Giarre 1980

Di Piero Montana

”Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” – Blaise Pascal –

Sono passati tanti anni

Rimane solo un ricordo

Della tragedia tinta

Di giallo

A volte di notte

Quando sono solo

Di soprassalto

In lontananza

Riascolto nel buio

Gli spari

Lo scoppio del cane

Schiacciato sul tamburo

Di un fucile

Di una lupara

Nello schermo della memoria

Appare l’immagine

Di uno

Due giovani corpi abbattuti

Che cadono

Per terra rivoli di sangue

Che scorrono

Sull’erba verde dei campi

Ah gli anni beati

Della primavera siciliana

Della mia gioventù ribelle

Che coraggiosa

All’erta

Accorreva

Al soccorso

Di un disperato grido

Di richiamo

Giorgio e Tony

Erano giovani amanti

Di bellezza invidiabile

Mano nella mano

I corpi stretti

Abbracciati

Li trovarono ammazzati

Ad Ognissanti

Nella campagna di Giarre

Il fatto di sangue

– Ricordo-

Accadde nell’ottobre piovoso

Dell’anno 1980

Il loro amore ”diverso”

Senza futuro

Senza speranza

In quel tempo

Era vergogna a mostrarsi

Per questo

Sul loro destino

Crudele

S’abbatté il castigo

Poi la condanna

Senza pietà

Implacabile

Lontano dall’abitato

Nel loro nido d’amore

Nel loro rifugio segreto

Selvatico

In putrefazione

Li trovarono…

Cadaveri

Ai margini

Fuori

Nell’aperta campagna

Giacché in città

La gente non tollerava lo scandalo

Non li lasciava vivere in pace

Finché qualcuno nell’ombra

Non imbracciò il fucile

Per farla finita

Per ammazzare

Quei due spudorati

Il pianto che sgorga dal cuore

Come fiume di lacrime

Non placa la pena

Che gonfia il petto

Fino a star male

Di chi

Da quella morte ferito

Rimase segnato

Nell’anima

Col tempo

Il dolore

Non più attanaglia la carne

Si cicatrizza la piaga

Ma di quei due fiori

Falciati nello splendore dell’erba

Sul ciglio di un campo

Rimane il rimpianto

Di due giovani vite

Dalla morale comune

Spezzate

Nel mondo

Ovunque

Sarà bandito l’amore

Lì ci sarà

Una città dei cani

Che di giorno

Di notte

Sotto una luce

Di una luna piena o calante

Rabbiosa abbaierà

Alle anime in pena

Di due innamorati

Dai tabù

Condannati

A vagare impauriti

A rintanarsi nell’ombra

Come fantasmi

Da qui

Sortiranno gli spettri

Di un dolore straziante

Che nel triste ricordo

Sempre verranno

A visitarci

A mostrarci

A cuore aperto

Il petto squarciato

Le ferite sanguinanti

Di quel che fu per loro il sogno

Di un amore pieno

Appagato

Nell’attimo fuggente

Di una felicità intensa

Furtiva

Fugace

Di quel che fu per loro il sogno

Di una breve vita d’incanto

Come fragile vetro

Andato presto

In frantumi

In una tela di ragno

Il sogno all’alba svanito

Nel pantano

Di un grigio

Piovoso

Luttuoso mattino

Il sogno di due giovani

Bellissimi amanti

Riflesso

Nello specchio dorato

Di una folle

Febbrile

Gioventù spensierata

In mille cocci

Distrutto

Per odio rabbioso

Da intolleranza

Spietata

Da anonime

Assassine pallottole

Sibilanti nell’aria

Sparate

Da dietro un muro

Il buio di una siepe

Complice

Di una mano armata

Di una violenza

Cieca

Dalla norma accettata

Condivisa dal branco

Istigato alla caccia

Al delitto

Senza castigo

Senza colpevoli

Senza condanne

Restando il caso

Dell’omicidio dei due innamorati

Senza soluzione

Per sempre archiviato

Se la legge del cuore

E diversa dal costume

Dalla morale degli uomini

Giorgio e Tony

Con la loro tragica

Storia d’amore

Dopo un quarto di secolo

Resteranno ancora

Come cari defunti

Nella nostra memoria

A ricordarci a lungo

Il tempo dell’odio assassino

Della caccia spietata

In un Sud retrogrado

Agli omosessuali

Vilipesi

Linciati

Feriti

Inseguiti per strada

In sentieri tortuosi

Nell’aperta campagna

Ammazzati

E lì abbandonati

Alle ortiche

All’oltraggio

Per la loro manifesta

“Diversa”

Scandalosa condotta

Semplicemente dettata

Dai comandamenti

Dalle pulsioni del sangue

Di un desiderio bruciante

Esploso

Senza ritegno

Senza pudore

Alla luce del sole

In una naturale

Umana

Travolgente

Passione

Se ogni uomo

È una stella

Per il potere

La forza magnetica

Della loro attrazione

Gli astri

Di Giorgio e Tony

Lassù

Da qualche parte

Nel firmamento

Dell’infinito universo

Nella costellazione degli amanti

Di passione

Folli

Perduti

Per noi

(Che nelle tenebre

Rattristati

In preghiera

In lutto

Versammo lacrime

Amare

Sul loro destino

Crudele

Senza futuro)

Luminosi

In eterno

Splenderanno

Nel più alto

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